Conosciamo meglio la missione Perseverance con la collega Francesca Altieri dell’IAPS.
In queste settimane c’e’ stato traffico sulla rotta per Marte….e non è un caso. Ogni 26 mesi la Terra e Marte si trovano alla distanza ottimale per organizzare missioni spaziali tra i due pianeti. Quindi è naturale che a distanza di poco più di due anni si concentri l’attenzione delle agenzie spaziali per l’esplorazione del quarto pianeta del Sistema Solare.
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Ammartaggio di Perseverance
Nel mese di Luglio 2020 sono partite ben tre missioni per il pianeta rosso che sono giunte in queste settimane a destinazione. Per prima è arrivata Mars Hope degli Emirati Arabi che il 9 febbraio si è inserita in orbita intorno a Marte. Poi è stata seguita, il giorno successivo, da Tiānwèn-1, l’ambiziosa missione cinese composta da un orbiter, un lander e un rover che sarà in grado di studiare la superficie marziana dall’orbita, scegliere il punto di atterraggio e lanciare lander e rover che dovranno analizzare le rocce della superficie. Infine il 18 febbraio è giunta Perseverance, la missione NASA. Si tratta di un rover gemello di Curiosity, che ha sposato la stessa tecnica di atterraggio e la struttura di alimentazione e movimento ma equipaggiato con strumenti differenti dal gemello, già operativo da anni su Marte, e che riserverà non poche sorprese. Sarà la missione dei record e sarà strettamente legata alle prossime missioni NASA che dovranno recuperare i campioni raccolti da Perseverance. Ma per i dettagli di questa missione, le enormi aspettative scientifiche che l’accompagnano e in cosa si differenzia dalle altre missioni abbiamo chiamato Francesca Altieri, ricercatrice dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma (INAF – IAPS).