
Immagine della Grande Nube di Magellano ottenuta dal telescopio spaziale Spitzer. Crediti: Aladin-software in Spitzer colors, Jaxa
La rivista scientifica del settore ”The Astrophysical Journal Letters” ha pubblicato proprio nella giornata di ieri (23 Gennaio 2019) uno studio di un team internazionale, condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, a cui hanno partecipato scienziati dell’ Istituto di Astrofisica delle Canarie, dell’ Agenzia Spaziale Italiana e dalla Nordita University di Stoccolma. In questo interessante lavoro è stato analizzato un gruppo di stelle AGB (il ramo asintotico delle giganti, una fase in cui le stelle bruciano idrogeno ed elio in sottili inviluppi, intorno ad una zona centrale inerte) osservate nella Grande Nube di Magellano, per risolvere l’ enigma legato alla loro peculiare emissione spettrale infrarossa. Grazie ai modelli teorici sviluppati presso l’Osservatorio Astronomico di Roma, si è scoperto che queste sorgenti sono di bassa “metallicità” (ovvero, sono caratterizzati da scarsa abbondanza di metalli quali magnesio, silicio e ferro) e discendono da stelle di massa intorno a 5 masse solari, formatesi circa 100 milioni di anni fa. Il risultato più sorprendente è che sono circondate per la maggior parte da ferro solido e non, come solitamente avviene per le stelle ricche di ossigeno in superficie, da silicati.
L’avvento del James Webb Space Telescope aprirà nuove possibilità per utilizzare i risultati di questo studio al fine di individuare tracce di formazione stellare di bassa metallicità in epoche relativamente recenti. Questa missione spaziale infatti permetterà di aumentare considerevolmente il numero di stelle AGB osservabili nelle galassie del Gruppo Locale ed in particolare prevede l’utilizzo di uno strumento, MIRI, ideale per l’identificazione e la caratterizzazione di questa classe di stelle.

Ester Marini e Paolo Ventura, tra gli autori dell’articolo sulle stelle AGB
Nello stesso volume The Astrophysical Journal Letters, il primo del 2019, viene pubblicato anche un altro importante lavoro di astrofisica stellare tra i cui autori ritroviamo Paolo Ventura e Marcella Di Criscienzo – oltre a ricercatori dell’Universita’ di Padova e dell’ Universita’ dell’ Indiana – intitolato “The Lithium Test for Multiple Populations in Globular Clusters: Lithium in NGC 2808” (reperibile al sito https://iopscience.iop.org/ar
E siamo solo all’inizio dell’anno….Buon 2019!